20 giu 2008

Perchè NO al Trattato di Lisbona


Petro

Più passa il tempo e più mi convinco che la democrazia è solo una gigantesca scatola vuota, è un illusione,un miraggio, uno specchio per le allodole,insomma un inganno una truffa,chiamatela come volete,ma sta di fatto che è inisestente...


A dimostralo è la storia,sopratutto quella più recente....I lettori del blog conoscono i motivi che mi spingono a fare queste affermazioni e per non essere ripetitivo non ve li riporto per l'ennesima volta, ma se torno a parlare di democrazia "fasulla" e diritto al voto privo di significato c'è un motivo.
Sono infatti quotidianemente disgustato dalle dichiarazioni dei leader politici del vecchio continente per quanto riguarda la ratifica dei paesi membri del Trattato di Lisbona.


Quotidiniamente questi burattini arditamente manovrati, con una noscialance quasi ammirevole ci ricordano che la nostra volontà non conto nulla e che loro di certo non sono pagati per rappresentare i nostri interessi e in base a questi presupposti hanno il diritto e l'obbligo (verso un ignoto padrone) di decidere a loro piacimento il passaggio di un popolo dallo stato di Sovrano a quello di Servo.

Se non fosse come detto sopra come si spiegherebbero altrimenti le dichiarazioni di personaggi come Berlusconi o Barroso: "Nonostante il no dell'Irlanda noi andremo avanti con la ratifica!! ecc ecc.." Cosa conta la volontà del popolo? Nulla, non è mica il popolo che comanda....
Ma la dichiarazione che più di tutte mi ha colpito è quella del Presedinte Napolitano:
.
«Le ratifiche devono continuare fino a raggiungere la soglia dei quattro quinti. Non si può neppure immaginare di ripartire da zero». Ma il capo dello Stato ha aggiunto un concetto ben più pesante: «È l'ora di una scelta coraggiosa da parte di quanti vogliono dare coerente sviluppo alla costruzione europea, lasciandone fuori chi - nonostante impegni solennemente sottoscritti - minaccia di bloccarli. Non si può pensare che la decisione di poco più della metà degli elettori di un Paese che rappresenta meno dell'1% della popolazione dell'Unione possa arrestare l'indispensabile, e oramai non più procrastinabile, processo di riforma"
.
Ha detto tutto ciò tranquillamente,come se fosse la Costituzione a prevedere che la volontà del popolo non conta nulla,che conta solo la volontà dei potenti illuminati e non, che controllano i politicanti di turno, ma d'altra parte il Presidente aveva già apertamente dichiarato la sua volontà di servire i potenti senza obbiezioni:
(come dimostra il video seguente)
.
Per rendervi più chiari i motivi che mi spingono a oppormi al tratta di lisbona vi invito a leggere l'articolo seguente:

Perché no al trattato di Lisbona"E’ la forma più assoluta di totalitarismo"
di Ida Magli – tratto da “Il Giornale”, 7 Giugno 2008
In questi giorni, con la ratifica da parte del Parlamento italiano del cosiddetto Trattato di Lisbona, si porrà fine definitivamente all'esistenza delle Nazione Italia. E mano a mano si porrà fine all'esistenza di quasi tutte le altre nazioni in Europa. Non bisogna sorprendersi del silenzio che accompagna l'atto più importante che sia mai stato compiuto dal 1870 con il Regno d'Italia. È un silenzio che non è dovuto soltanto al volere dei governanti, ben sicuri fin dall'inizio dell'operazione “Unione europea“ che bisognava tenerne all'oscuro il più possibile i cittadini, ma anche alla obiettiva difficoltà per i giornalisti di fornire informazioni e tanto meno spiegazioni di un progetto che esula da qualsiasi concetto di «politica“.

Il Trattato di Lisbona è infatti una «visione del mondo» universale, una teologia dogmatica con le sue applicazioni pratiche, la forma più assoluta di totalitarismo che sia mai stata messa in atto. Come potrebbero i giornalisti istruire con poche parole milioni di persone sulla metafisica di Kant? Eppure c'è quasi tutto Kant, inclusa la sua proposta per la Pace Perpetua , nel progetto dell'Unione europea. Ma c'è anche molto Rousseau, molto Voltaire, molto Marx, con in più quello che Tremonti definisce «mercatismo»: l'assolutizzazione del mercato. La falsificazione dei significati linguistici accompagna fin dall'inizio l'operazione europea: quello che viene firmato non è affatto un Trattato e non è neanche una «Costituzione», come era stato chiamato prima che i referendum popolari lo bocciassero. È la proclamazione di una religione universale, accompagnata in tutti i dettagli dagli strumenti coercitivi verso i popoli e verso le singole persone per realizzarla. È il passo fondamentale, dopo averlo costituito in Europa, per giungere alla meta prefissata: il governo mondiale.

Posso indicare in questo breve spazio soltanto alcuni degli strumenti preordinati:

A) Il sincretismo fra le varie religioni e fra i vari costumi culturali. Un sincretismo che verrà raggiunto con lo spostamento di milioni di persone e smussando tutte le differenze attraverso il «dialogo». Discendono da questa precisa volontà dei governanti le ondate immigratorie che stanno soffocando l'Europa d'occidente. Si tratta di decisioni di forza, prese a tavolino: se nasceranno reazioni o conflitti, come di fatto sono già nati, provvederanno le schedature biometriche, la polizia e il tribunale europeo a eliminarli.

B) Il governo concentrato in poche persone, quasi sconosciute ai cittadini, mentre diventano sempre più pleonastici i parlamenti nazionali. Il parlamento europeo, infatti, tanto perché nessuno possa obiettare in seguito che non aveva capito, è stato istituito fin dall'inizio privo di potere legislativo. Pura finzione al fine di gettare polvere negli occhi ai cittadini e tenere buoni con ricche poltrone i residui pretendenti al potere nell'impero fittizio.

C) Nella sua qualità di fase di passaggio verso il governo mondiale, l'Europa deve essere debolissima, come infatti sta diventando. Per ora qualcuno lo nota a proposito dell'economia e della ricerca (ricerca significa intelligenza), ma presto sarà chiaro a tutti l'impoverimento intellettuale e affettivo di popoli costretti a perdere la propria identità, la propria «forma» in ogni settore della vita.

In Italia la perdita è più grave per il semplice motivo che gli italiani sono i più ricchi di creatività. Di fronte al vuoto di qualsiasi ideale e di qualsiasi futuro, i giovani si battono per quelli vecchi inesistenti, oppure «si annoiano». Vi si aggiungono con uguale impoverimento i milioni di immigrati, anch'essi sradicati dalla loro identità e gettati nel crogiolo della non-forma.
Si tratta di conseguenze ovvie, perseguite con ostinazione durante il passare degli anni sia dai fanatici credenti nella religione universale che da coloro che se ne servono per assolutizzare il proprio potere. Ci troviamo di fronte a quello che i poeti tedeschi individuavano chiaramente durante il nazismo come «il generale naufragio dello spirito». Seppellire le nazioni per paura del nazionalismo significa provocare di nuovo il generale naufragio dello spirito. Significa che alla fine Hitler ha vinto.

Ida Magli Roma, 24 Maggio 2008 n. 135 del 2008-06-07 pagina 15



Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.