Di Solange Manfredi
IL GOLPE BORGHESE. La vicenda.
E’ la notte tra il 07 e l’08 dicembre 1970; il Principe Junio Valerio Borghese (1), alla guida di un numero imprecisato di uomini armati, militari e non, provenienti da diverse regioni d’Italia, è pronto ad attuare il colpo di Stato, definito in codice “Operazione Tora Tora” (dal nome in codice dell'attacco giapponese a Pearl Harbour), e finalizzato all’instaurazione di un regime militare.I congiurati hanno preso posizione nei punti prestabiliti della capitale (iniziative analoghe sono predisposte in altre città) e sono pronti ad entrare in azione.Il Tenente dei paracadutisti Sandro Saccucci (da più fonti indicato come appartenente alla massoneria) avrebbe il compito di arrestare e deportare uomini politici.Il massone Generale Casero e il massone Colonnello Lo Vecchio dovrebbero occupare il Ministero della Difesa.
Il massone Licio Gelli (2) dovrebbe rapire il presidente della Repubblica Saragat e consegnarlo al Fronte Nazionale (3).Il Maggiore Berti ha già posizionato i suoi uomini nei pressi degli studi RAI-TV di via Teulada. Il messaggio che il Principe Julio Valerio Borghese dovrebbe leggere alla Nazione, dopo il “Golpe” è pronto e recita:
“Italiani, l’auspicata svolta politica, il lungamente atteso colpo di Stato ha avuto luogo.La formula politica che per un venticinquennio ci ha governato, e ha portato l’Italia sull’orlo dello sfacelo economico e morale, ha cessato di esistere.Le forze armate, le forze dell’ordine, gli uomini più competenti e rappresentativi della nazione sono con noi. Mentre possiamo assicurarvi che gli avversari più pericolosi, quelli che per intendersi volevano asservire la patria allo straniero sono stati resi inoffensivi.Nel riconsegnare nelle vostre mani il glorioso tricolore vi invitiamo a gridare il nostro prorompente inno d’amore: Italia, Italia, viva l’Italia”.
Alcuni dei congiurati si sono già introdotti al Ministero degli Interni, quando, poco dopo mezzanotte, arriva il contr’ordine. Il colpo di Stato è rinviato, l’ordine è di rientrare.Questo è quanto oggi si sa, a più di trent’anni di distanza, su quanto realmente accadde nella notte tra lunedì 7 e martedì 8 dicembre 1970.Ma nel 1970 venne detta la verità agli italiani? No. Ancora una volta, come già accaduto per il “Piano Solo”, l’opinione pubblica apprese la notizia grazie ad un articolo di giornale apparso il 17 marzo 1971 cioè ben tre mesi dopo nell’edizione serale del quotidiano romano “Paese Sera” che titola: “Piano eversivo contro la repubblica. Scoperto complotto di estrema destra”.Il 18 marzo 1971 il Ministro dell’Interno Franco Restivo, chiamato a riferire in Parlamento sul tentato “Golpe”, mentendo (4) rassicurerà che nulla è successo.La Procura della Repubblica di Roma, aperta un’indagine per “insurrezione armata contro i poteri dello Stato”, emette alcuni ordini di cattura, tra questi ve n’è uno a carico del Principe Julio Valerio Borghese che, per sottrarsi all’arresto, scappa dall’Italia.
I SERVIZI SEGRETI.
Il capo del SID, il massone Vito Miceli, invia alla magistratura l’informativa nr. 1303 sulla quale vi è scritto: “Dai controlli immediatamente disposti non emerge alcuna conferma della notizia riferita. Ogni ricerca informativa in merito, svolta dal servizio, ha portato all’esclusione di collusioni, connivenze e partecipazioni di ambienti e persone militari in attività di servizio”.Il numero due del SID, il Generale massone Maletti, però, decide di svolgere un’indagine e lo fa all’insaputa del suo diretto superiore, il Generale Vito Miceli. L’indagine viene assegnata al capitano dei Carabinieri, il massone Antonio La Bruna.Tra il 1973 ed il 1974 La Bruna, avvicina i presunti congiurati, li induce a parlare e registra, a loro insaputa, i colloqui. E’ il 17 giugno 1974 quando durante un colloquio a Lugano in Svizzera, il costruttore Remo Orlandini (5) coinvolge nel tentato “Golpe” il numero uno del SID, il massone Vito Miceli, sostenendo che questi avrebbe dato la sua adesione.Il Generale Maletti, visto il coinvolgimento del numero uno dei servizi segreti, non può far altro che riferire direttamente i risultati dell’indagine al responsabile politico del Sid, il Ministro della Difesa Giulio Andreotti.Il Ministro Andreotti convoca, quindi, Miceli il quale tenta di difendersi affermando che il contatto avuto con i cospiratori era volto solo ed unicamente ad acquisire informazioni (6) . La giustificazione è debole, troppo debole. Il giorno successivo il Ministro Andreotti lo rimuove dall’incarico e con lui altre decine di persone tra Generali ed Ammiragli.
DOSSIER DEI SERVIZI SEGRETI SUL GOLPE BORGHESE MANOMESSI PER PROTEGGERE PARTE DELLA MASSONERIA.
E’ il luglio del 1974 quando nell’ufficio privato del Ministro Andreotti si tiene una riunione che ha ad oggetto il dossier dei servizi segreti sul “Golpe Borghese”. Sono presenti, oltre al ministro Andreotti,: il nuovo capo del SID Mario Casardi, il comandante dei carabinieri, il Generale Enrico Mino (7), il Generale massone Gianadelio Maletti, il Colonnello Sandro Romagnoli (8) ed il capitano massone Antonio Labruna. Nella riunione viene presa la decisione di apportare qualche “taglio” al dossier prima di inviarlo alla magistratura.Cosa tagliano dal dossier sul Golpe Borghese? Anche in questo per saperlo si dovrà attendere 20 anni, ovvero sino a quando il giudice Guido Salvini, titolare di un’inchiesta sulle stragi degli anni ’60 – ’70 convoca, come persona informata sui fatti, il capitano massone Labruna. Questi, infatti, consegna al giudice Salvini copia integrale (ovvero prive dei tagli apportati nel lontano 1974) delle registrazioni sul “Golpe Borghese”. Si scopre così che quei tagli erano stati operati perché non divenisse pubblico il coinvolgimento nel tentato colpo di Stato di Alti Ufficiali, di Licio Gelli e di parte della massoneria.Con che criterio furono apportati i tagli nel 1974?
La domanda è stata posta direttamente al senatore Andreotti il quale ha risposto (9):
“...Perché c’erano alcune cose che non erano essenziali agli effetti di responsabilità a carattere penale ma la cui pubblicità avrebbe potuto essere nociva sotto altri aspetti di conoscenze, di rapporti con altri servizi… e questo mi ricordo. Ci fu una necessità di questo genere che poi si prestò a dire: “avete nascosto” come se si fosse … vede immettere in un circuito dei nomi di persone che fino a prova contraria, ad esempio Torrisi, quindi questa era la ragione per cui era giusto esporre, non per le singole persone, ma perché se uno voleva fare le scarpe a tutte le persone che lo precedevano in carriera faceva un rapportino di questo genere e lo consegna al magistrato ed allora poi hai la strada libera...”.
Ma il valutare se vi siano responsabilità penali o se quanto presente nel “rapportino” (che tra l’altro era un rapporto dei servizi segreti su un tentato colpo di Stato) sia veritiero o no è compito della magistratura, non certo di un Ministro.Inoltre, il senatore Andreotti, quando nell’intervista sottolinea che:”… perché se uno voleva fare le scarpe a tutte le persone che lo precedevano in carriera faceva un rapportino di questo genere e lo consegna al magistrato ed allora poi hai la strada libera…”; si riferisce a qualcuno in particolare o è un’annotazione di carattere generico? Non si sa. Certo è che il Generale Maletti, numero due del SID, svolta l’indagine sul Golpe Borghese non solo non viene nominato direttore del SID (l’incarico viene assegnato al Generale Mario Casardi), ma viene addirittura rimosso dalla Direzione del Reparto D e trasferito improvvisamente al comando della Divisione Granatieri di Sardegna. Inoltre il Generale Maletti, scappato in Sud Africa più di 20 anni fa, è stato l’ufficiale che più di ogni altro ha subito processi e condanne. Un caso? Era veramente il più corrotto o semplicemente, vista la sua inchiesta sul Golpe borghese, inchiesta che coinvolgeva fratelli di loggia, non solo non è stato protetto, ma addirittura punito?Il Principe Borghese, latitante dal 1971, vista la situazione, decide di rientrare in Italia. Il suo rientro fa paura a molti, sa molte cose e non è uomo malleabile ma… non farà in tempo. Nell’agosto del 1974 muore a Cadice, in Spagna, in circostanze mai completamente chiarite.
LE INCHIESTE GIUDIZIARIE
In quegli anni si aprono anche altre inchieste giudiziarie su organizzazioni eversive paramilitari. Una a Padova, dove il giudice Tamburino è titolare dell’inchiesta sull’organizzazione denominata “Rosa dei Venti” (10).
Sempre il giudice istruttore Tamburino raccoglie anche alcuni riferimenti testimoniali sul “SID Parallelo”. Ma, prima che possa terminare le indagini, le inchieste vengono trasferite a Roma per connessione con l’inchiesta principale sul “Golpe Borghese”.
Si giunge al processo.Pubblico ministero è il dott. Claudio Vitalone (che rincontreremo nell’omicidio Pecorelli). A capo della Procura capitolina troviamo il massone Carmelo Spagnolo (che abbiamo incontrato nella vicenda Sindona, quale autore di uno dei famigerati e vergognosi affidavit, vedi articolo su questo blog del 09 febbraio 2008 ).Nel procedimento giudiziario risultano coinvolti numerosi massoni tra cui: il generale Vito Miceli, capo del Servizio segreto; Giuseppe Lo Vecchio, colonnello dell’Aeronautica; Giuseppe Casero, ufficiale dell’Aeronautica; Giovanni Torrisi, ufficiale di Marina; Giovanbattista Palombo, Franco Picchiotti e Antonio Calabrese, ufficiali dei Carabinieri; Giuseppe Santovito.
Direttamente coinvolti nel colpo di Stato risulteranno i massoni: Duilio Fanali; il costruttore romano Remo Orlandini; il tenente dei paracadutisti Sandro Saccucci (da più fonti indicato come appartenente alla massoneria); l’ufficiale medico della polizia Salvatore Drago (accusato di aver disegnato la pianta del Ministero dell’Interno); Gavino Matta; Tommaso Rook Adami e Giacomo Micalizio (11).I tre gradi di giudizio sul tentato “Golpe Borghese” si chiudono con la Cassazione che, trasformato il tentato colpo di Stato in una scampagnata di pensionati nostalgici, assolve tutti gli imputati. (Ci vorranno 20 anni ed una Commissione di Inchiesta Parlamentare (12) perché vengano pesantemente censurate - per usare un eufemismo - le motivazioni con cui la Corte assolse gli imputati).
LA CIA.
E gli americani? Dati gli accordi segreti che legavano i nostri servizi alla CIA pensare ad un golpe senza il loro consenso non pare credibile. Ed infatti non lo è. A confermare come i servizi segreti americani fossero a conoscenza del progetto del “Golpe” vi sono due fonti.La prima è la testimonianza del congiurato Adriano Monti che in una intervista esclusiva rilasciata alla trasmissione La Storia Siamo Noi di Gianni Minoli sul “Golpe Borghese”, conferma di essersi recato a Madrid a parlare con l’ex ufficiale nazista Otto Scorzeni, fiduciario dell’organizzazione Ghillen, una organizzazione di intelligence tedesca, poi cooptata dagli americani ed inserita come una delle forze di intelligence fiancheggiatrici della CIA:
“Io andai a parlare con Scorzeni che stava a Madrid per sapere se lui poteva dare al Principe Borghese la conferma che da parte di certi ambienti dell’intelligence americana si guardava con un certo rispetto ad una iniziativa del genere (Golpe borghese n.d.a.). Dopo un ponderato pomeriggio di attesa la risposta fu si a condizione che ci fosse un personaggio, che loro indicarono con nome, della politica italiana che doveva dare la garanzia. Avrebbe dovuto essere praticamente il presidente in pectore che avrebbe presieduto questa specie di governo paramilitare o militare. Insomma quello di Giulio Andreotti come personaggio che avrebbe potuto garantire un passaggio indolore da una situazione ad un'altra. A me come intermediario il nome fu fatto se lui fosse d’accordo questo non lo so”.
Andreotti smentisce di essere stato a conoscenza di alcunché.La seconda fonte è del dicembre del 2004 quando alcuni documenti americani vengono desecretati. La repubblica acquisisce così 5 informative che tra l’agosto ed il settembre 1970 l’ambasciata americana a Roma ha spedito a Washington ed in cui si parla del “Golpe Borghese”.Uomo di collegamento tra i congiurati e l’ambasciata americana è Ugo Fenwinch, dirigente della Selenia (industria elettronica delle telecomunicazioni e delle apparecchiature militari) che il giudice Salvini indica come uno dei fornitori di denaro ai congiurati.
Ugo Fenwinch, rappresentante in Italia del partito repubblicano è uomo molto vicino a Nixon e Kissinger.
Ma l’apporto di Fenwinch non manca neanche nella notte tra il 07 e l’08 dicembre del 1970. Infatti, tra le carte di Carmine Pecorelli verrà trovato un appunto, classificato “Segreto” e proveniente dal Sid, relativo ai collegamenti internazionali dei congiurati: “Fronte Nazionale” per l’attuazione del golpe aveva stabilito da tempo collegamenti con gli USA nella persona del presidente Nixon e con membri di unità Nato di stanza a Malta”; fungeva da ufficiale di collegamento l’ingegner Fenwinch, già dipendente della società Selenia. Prima dell’attuazione del golpe partì da Roma una telefonata che doveva giungere al presidente degli USA, Nixon, passando attraverso Napoli e Malta. Nell’isola di Malta, la Flotta Nato aveva approntato 4 navi che, a richiesta, avrebbero dovuto salpare per compiere una missione di avvicinamento e di eventuale appoggio all’azione dei golpisti. Il Fendwich, a seguito del fallito golpe, è stato allontanato da Roma» (13).Dunque, anche nel “Golpe Borghese”, come già avvenuto per il “Piano Solo”, troviamo coinvolti Istituzioni, Alti Ufficiali delle Forze Armate, CIA, Servizi Segreti e Imprenditori. Tutti collegati da un unico comun denominatore: sono massoni.
MAFIA E ‘NDRANGHETA UNITE NEL VINCOLO MASSONICO.
Ma ancora non basta perché coinvolti nel “Golpe Borghese” furono anche mafia ed ‘ndrangheta, ovviamente, anche qui, il comun denominatore è la massoneria.La conferma arriva da alcuni congiurati nonché dalle ammissioni, in sede giudiziaria, di alcuni boss mafiosi tra cui Buscetta:
«Alcuni settori di partiti governativi e di altre istituzioni erano pronti a fornire il loro appoggio [al golpe]. Quale contropartita, si prometteva un’amnistia a favore dei mafiosi e altri benefici processuali. Appresi che i contatti con Cosa nostra erano stati resi possibili dal fratello, massone, di Morana Carlo, uomo d’onore, quest’ultimo, della famiglia di Corso dei Mille».
Ma ne parleranno anche il boss Luciano Liggio nel 1986 e Antonio Calderone nel 1987.Il compito affidato ai mafiosi era preciso:
Nella notte dell’Immacolata, alcuni mafiosi siciliani sono a Roma, alloggiati presso il Residence Cavalieri Hilton (dove era norma non essere registrati), per prendere parte alla “Operazione Tora Tora”: hanno il compito di uccidere il capo della Polizia Angelo Vicari, del quale conoscono le abitudini. La loro attiva partecipazione al golpe segue un’intesa tra il massone Giacomo Micalizio, Cosa nostra, e Salvatore Drago (medico in servizio presso il ministero dell’Interno, che qualche giorno prima ha consentito l’accesso al Viminale di un gruppo di congiurati di Avanguardia nazionale in perlustrazione) (14).Del coinvolgimento di elementi della ‘ndrangheta calabrese parlerà, invece, oltre a Vincenzo Vinceguerra, anche Giacomo Lauro affermando che l’incontro tra Junio Valerio Borghese ed il gruppo capeggiato dai De Stefano fu promosso dall’avvocato Paolo Romero, che, secondo i pentiti Giacomo Lauro e Filippo Barreca, sarebbe affiliato alla Massoneria e legato ai servizi segreti, alla ‘ndrangheta, e alla destra eversiva.
RIASSUMENDO
Quindi, anche qui, riassumendo troviamo che:
- CIA e servizi segreti italiani sono coinvolti nel tentativo di un colpo di Stato per sovvertire l’ordine democratico ed instaurare un regime militare;
- I protagonisti principali sono massoni che si avvalgono, in questo caso, dell’aiuto di “fratelli” appartenenti alla mafia e all’ ndrangheta;
- le più alte cariche politiche ed istituzionali, pur a conoscenza dei gravissimi fatti, non solo tacciono ma addirittura mentono;
- documenti importanti e rilevanti penalmente vengono omessi e nascosti alla magistratura-
I processi celebrati a carico degli imputati si risolvono tutti con “inspiegabili” assoluzioni;Ma che fine hanno fatto i protagonisti di quella vicenda?
- Vito Miceli, il direttore del SID che, secondo le testimonianze, avrebbe dato la sua adesione al Golpe, rimosso dall’incarico da Andreotti diverrà deputato alla Camera per il MSI;
- Sandro Saccucci, colui che avrebbe dovuto arrestare e deportare gli uomini politici diverrà parlamentare dell’MSI;- Tutti gli Alti Ufficiali faranno carriera;
- Andreotti, che ometterà di inviare alla magistratura il rapporto completo dei servizi segreti nascondendo i nomi delle più alte cariche militari, nonché quello del massone Licio Gelli, è ora senatore a vita;
- Il Generale Maletti che aveva svolto l’inchiesta, poi censurata, sul Golpe Borghese, è da più di 20 anni latitante in Sud Africa ed è ha subito, più di chiunque altro, processi e condanne
Jova Beach Party
5 anni fa
1 commento:
tante cose raccontate - poche vere - Hugh Fenwick era mio padre
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